Studio e classificazione dei Suoli
Il suolo è un sistema complesso, definito come un insieme di corpi naturali sulla superficie della terra, modificati in posto o talvolta anche costruiti dall’uomo, contenenti materia vivente e capaci di sostenere gli organismi vegetali come le piante (Soil Survey Division Staff, 1993).
Si tratta di uno dei beni preziosi dell’umanità che si forma lentamente attraverso processi fisici, fisico-chimici e biologici ma che, purtroppo, se non gestito in modo razionale, può essere distrutto rapidamente.
Essendo il suolo alla base della vita e dello sviluppo delle piante diventa necessario conoscere le sue più profonde caratteristiche al fine di utilizzare al meglio una risorsa fondamentale per il settore agricolo.
La “Land Capability Classification” (LCC) elaborata nel 1961 dal Soil Conservation Service del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA) è un metodo di classificazione della “capacità d’uso” dei suoli che consente di fornire una serie di indicazioni utili e prontamente comprensibili per il miglior uso agricolo dal punto di vista produttivo, consentendo la salvaguardia dei suoli agronomicamente più adatti preservandoli da altri usi.
Tale metodologia segue un iter procedurale ben definito, oggi richiesto da diversi enti regionali durante le fasi di progettazione in ambito rurale.
Studi di incidenza in aree S.I.C. e Z.P.S.
La valutazione di incidenza è una procedura obbligatoria a cui deve essere sottoposto qualsiasi piano, progetto o intervento che possa avere incidenze significative su un sito Natura 2000.
Natura 2000 è una rete di aree, denominate Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), destinate alla conservazione della biodiversità sul territorio dell’Unione Europea.
Si definisce SIC un’area geografica che contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale come specificato nella direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat).
Sono invece denominate ZPS le aree per la protezione e conservazione delle specie di uccelli indicate negli allegati della direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli).
La valutazione di incidenza è stata introdotta dall’art. 6 della direttiva Habitat e dall’art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357, di attuazione nazionale della direttiva comunitaria, allo scopo di salvaguardare l’integrità di tali siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.
La procedura, seguendo il principio di precauzione, si applica sia agli interventi che ricadono all’interno delle aree Natura 2000 sia a quelli che, pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione degli habitat protetti.
La valutazione d’incidenza analizza le possibili interferenze negative sul sito Natura 2000, considerando eventuali effetti congiunti di altri piani o progetti, per valutare gli impatti cumulativi che spesso si manifestano nel tempo, proponendo azioni volte alla conservazione dell’habitat presente.
La relazione deve essere redatta da esperti qualificati nel settore ambientale, come prescritto dal sopracitato art. 5, secondo gli indirizzi espressi nell’allegato G del D.P.R. n. 357/1997.